Il manufatto è un raro esempio architettonico del Ventennio, uno degli ultimi sopravvissuti a Cerea, e si inquadra in un più ampio intervento a scala urbanistica che alla fine degli anni Trenta ha riqualificato il centro del paese connotandolo con l’attuale conformazione. La fabbrica rappresenta una tipologia particolarissima, un ibrido composto dalla facciata trattata con stilemi modernisti ed è l’oggetto del presente intervento, e la retrostante palestra, che ha conservato l’originaria destinazione d’uso.

Il progetto è stato redatto seguendo i principi della corrente cultura estetica vigente nella disciplina del Restauro, in sostanza l’intervento mira a far riemergere i valori storico, testimoniale, artistico ed architettonico insiti nel manufatto, attraverso un approccio conservativo che permette la ricostituzione dell’immagine della Fabbrica e contemporaneamente preservando i caratteri materici che la costituiscono. Questa proposta di restauro esprime particolare attenzione verso il testo architettonico, limitandosi a sostituire ciò che matericamente non ha più valore sia dal punto di vista testimoniale e sia dal punto di vista materico; oggetto delle rimozioni sono esclusivamente porzioni di superfici di sacrificio irrimediabilmente degradate.

In qualche forma il Monumento non sfugge ad una delle logiche dell’Architettura Moderna, cioè non è pensato per durare e richiede, contrariamente alla cosiddetta architettura tradizione, una costante attenzione soprattutto in termini di manutenzione.