Convento Santa Maria delle Grazie
- Location
- Sanguinetto (Vr) - Italy
- Year
- 2013
- Project
- Arch. Luca Bezzetto
L’ex Convento di Santa Maria delle Grazie, annesso all’omonima chiesa e situato nel centro storico del paese di Sanguinetto rappresenta, assieme al limitrofo castello, una delle strutture edilizie di maggiore interesse storico artistico esistenti in tutto il territorio del Basso Veronese. I manufatti, per circa tre secoli, furono ospiti dei Frati Minori Francescani; la Chiesa è databile verso il Tardo Quattrocento, certamente precedente al complesso conventuale, a sua volta eseguito probabilmente prima del Seicento, come lasciano presagire alcune decorazioni parietali. Attualmente l’edificio ospita una sede museale ed espositiva, la biblioteca e la sala del consiglio comunale, oltre a vari enti, gruppi ed associazioni locali.
I degradi su cui si è intervenuto sono fondamentalmente ascrivibili ad un ammaloramento di alcune partizioni esterne verticali e di alcune partizioni interne verticali e orizzontali; in tal senso le cause di degrado sono molteplici e non ultimi gli interventi dell’inizio degli anni Duemila, che si sono concentrati sull’eliminazione puntuale dei sintomi di degrado più che ad un complessivo progetto di miglioramento strutturale.
Il progetto di restauro si ispira a criteri conservativi e le scelte tecniche seguono il principio della non invasività, soprattutto vista la fragilità del manufatto e viste le reiterate manomissioni che sono, in primis, esse stesse cause di degrado. Nell’ideazione del progetto di consolidamento sono state valutate tutte le tecniche tradizionali adattabili a questo caso specifico, tuttavia queste non sono praticabili perché richiedono sacrifici in termini di demolizioni, con successivi ripristini, o in termini d’uso degli ambienti.
Altro principio fondante del progetto è la riconoscibilità dell’intervento, ovvero il fatto di poter distinguere l’azione antropica come “hic et nunc”, fatta qui ed ora; questo non significa che si debba trattare di una contraddizione semmai della sottolineatura di una “stampella di ruskiniana memoria”. Con ciò si fa riferimento all’uso delle fibre ed alla possibilità di trattarne l’estradosso con una finitura a calce atta a consentirne la distinzione e, nel contempo, amalgamarne la presenza sul testo architettonico.